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Riflessioni intorno alla biodinamica e non solo. Incontro con Nat Colantonio, neo presidente di Vi.Te

‘Costruire il suolo e non il vino’. Con questa affermazione, pronunciata da Michele Lorenzetti in occasione della Masterclass “Suoli e Cantina, la Biodinamica” al Vinitaly, è iniziata una chiacchierata promessa (e ormai mantenuta) con Natalino Colantonio, produttore abruzzese della cantina Bossanova, nonché neo-Presidente dell’associazione ViTe, vignaioli e territori. Un impegno che ci eravamo presi nel mese di febbraio in Umbria e che il Vinitaly ha concretizzato in una delle sale dedicate alle degustazioni guidate dei vari produttori presenti in fiera. Se l’interesse era nato proprio in occasione di uno degli appuntamenti itineranti di ViTe, la Masterclass e gli incontri effettuati al Vinitaly hanno aumentato la curiosità. D: Partiamo subito da una riflessione: sappiamo purtroppo che

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Pensare il vino di domani: un impegno e una necessità

La mia percezione del mondo agronomico, e non solo del comparto del vino, è stata radicalmente trasformata nell’ultimo anno dalla lettura di “Mille Vignes” di Pascaline Lepeltier, libro che regala una prospettiva filosofica e umana della terra.  L’esperienza diretta in cantina, come professionista della comunicazione, ha accelerato questo processo di consapevolezza nei confronti del vino, intensificato poi ulteriormente dagli incontri recenti che hanno completato un importante ciclo di riflessione. Questo bisogno di approfondimento culturale e conoscenza dei processi ha trovato una direzione chiara, che origina dalla terra e abbraccia tutte le problematiche legate alla sua coltivazione. Recentemente, al Vinitaly, ho partecipato alla Masterclass “Suoli e Cantina, la Biodinamica”, dedicata alle risposte alle nuove tendenze climatiche.

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Progetto Zei: viticoltura a impatto ambientale zero

Il 2023 verrà ricordato in Italia senza alcun dubbio come un’annata complessa: la viticoltura, indipendentemente dal regime scelto, si è trovata a dover affrontare malattie, eventi atmosferici molto aggressivi e problematiche collaterali che hanno fatto calare sensibilmente la produzione.  L’attenzione verso i cambiamenti climatici e un rispetto sempre maggiore dell’ambiente diventano quindi nodi cruciali per l’uomo e per il suo ambiente di lavoro. Proprio per questo, quando mi sono imbattuta in Alessandro Leoni e i suoi studi, l’interesse è andato al di là del semplice apprezzamento per il lavoro fatto nelle diverse cantine che segue come enologo e nella sua a Viceno. Come dicevamo nell’articolo dedicato a Feudi Spada, Alessandro si è laureato presso l’Università

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Mille Vignes, riflessioni sul vino di domani (e su questo blog)

Non sono nata nel mondo del vino e quando ho letto le prime pagine di Mille Vignes mi sono sentita molto vicina a Pascaline Lepeltier. Lungi da me accostarmi al suo percorso, e soprattutto ai suoi successi (anche perché io sono solo all’inizio di questa avventura), ma ho sentito una certa affinità con il suo percorso di crisi e di rinascita attraverso il vino, frammenti che mi hanno fatto innamorare della sua opera, in una continua sete di conoscenza che sicuramente ci accomuna. Pascaline Lepeltier, classe 1981, dopo un interessante percorso di riconversione nel mondo del vino ha ottenuto il doppio riconoscimento nel 2018 di Miglior Sommelier di Francia e Meilleur Ouvrier de France (acquisizione

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