È stata una settimana impegnativa ed entusiasmante, dove ci sono state conferme e belle scoperte.
Questa Anteprima Sagrantino 2017 mi ha senza alcun dubbio insegnato tanto, dato la possibilità di crescere e incontrare persone nuove da cui imparare.
Non bisogna mai fermarsi alla superficie delle cose, ma i progetti bisogna comprenderli nella loro interezza, magari quello che non è ora, lo sarà a breve, perché il cambiamento è in corso.
Ci sono sempre quei piccoli grandi dettagli a fare la differenza e sta a noi saperli cogliere, fuori e dentro il bicchiere: nelle parole delle persone, nei loro sguardi e nei progetti.
Scacciadiavoli
Riuscire ad entrare nella storia, coltivarla e saperla fare propria senza snaturarla. Anzi andando a riprendere e a sviluppare i valori appresi nel tempo, tramandandoli di generazione in generazione.
Con questa sensazione sono uscita dalla cantina @scacciadiavoli. Dove le storie di diverse famiglia si sono intrecciate nel tempo, dando oggi alla quarta generazione della famiglia Pambuffetti la voglia di continuare a crescere in questa meravigliosa avventura che è il vino.
Non è facile riuscire a gestire oltre cento anni di storia, soprattutto tentando di mantenere intatte quelle che sono le radici e alcuni metodi d’avanguardia per fine l’inizio del secolo scorso e che sono ancora fondamentali oggi per ottenere un vino di qualità.
Andare in cantina è stata una conferma delle sensazioni avute nel primo bicchiere degustato in casa.. chissà se potrà fare lo stesso effetto anche a voi
Menzione speciale allo chef @giuliogigli di cui ho potuto finalmente apprezzare la cucina dopo la room insieme su Clubhouse, non vedo l’ora di vederlo all’opera nel suo nuovo ristorante nei pressi di Foligno
Cantine Goretti
Non è mai facile riuscire a sviluppare il concetto di lusso, perché la parola stessa può avere diverse accezioni secondo la prospettiva da cui la si vive.
Nella cantina Goretti ritroviamo diverse anime del lusso: in primis quella della bellezza della semplicità, che parte dal lavoro di una famiglia che cerca di vivere e far vivere spaccati diversi del territorio d’appartenenza.
Poi invece troviamo anche il lusso come opulenza, come unicità, non solo nel vino, ma anche e soprattutto nei servizi come l’eliporto, i trattamenti cosmetici a base di vino, l’opportunità di degustare prodotti tipici e non solo…
Chiunque varchi la soglia della cantina, sa che potrà trovare quello che cerca, dalla vendita del vino sfuso, alla cultura espressa nel vino de l’Arringatore, definito dalle padrone di casa un ‘Super Umbro’, per arrivare dritto al cuore e far capire quale lavoro e quale prospettiva c’è dietro.
Una una famiglia, ma soprattutto due sorelle, Giulia e Sara, che hanno saputo inserirsi perfettamente nel lavoro quotidiano e saper guardare oltre, rispettando sempre il percorso fatto da chi c’è stato prima di loro.
Tenute Lunelli – Il Carapace
Esistono diverse forme d’arte a questo mondo ed esistono luoghi in cui queste s’incrociano, per dare vita a progetti di spessore, che sanno nutrire corpo e anima.
Era da tempo che volevo andare a visitare il Carapace nelle Tenute Lunelli, anche e solo semplicemente per la passione che ho sempre avuto per le opere uniche…
Ecco… qui non parliamo di una struttura, ma di una scultura inserita nella natura. Nel tempo è diventato un luogo quasi mitico, da ammirare con riverenza ed una certa distanza.
Se da un certo punto di vista, Il Carapace ti porta a mantenere questo approccio all’arrivo, una volta varcata la soglia le persone che lavorano al suo interno sanno come darti una dimensione di certo più familiare, senza per questo dimenticare l’azienda che hanno alle spalle.
La disponibilità di Aurora e l’entusiasmo di Luca hanno saputo arricchire un’esperienza che merita: il progetto del Carapace è ancora in divenire, perché i vini stanno evolvendo e in futuro daranno ancora maggiori soddisfazioni. Il passaggio al biologico richiede tempo e pazienza per vederne appieno i frutti, ma il lavoro fatto fino ad ora è già un’ottima base di partenza, ma sono sicura che le sorprese più belle devono ancora arrivare, anche se i semi sono già là… per chi li sa cogliere…
Paolo Montioni
Il suo entusiasmo mi ha letteralmente travolto, ma anche il suo essere visionario, la capacità di anticipare i tempi e di volerli domare. Tratti di linearità, ma anche di buona follia, che si possono trovare all’interno delle sue bottiglie.
Sul Sagrantino bisogna senza alcun dubbio fare un discorso a parte, per una serie di scelte che l’ha portato a farne due tipologie diverse, ma se volete assaggiare un grechetto dell’Umbria ‘centrale’, ecco il suo ne è lo specchio fedele. In equilibrio e aromaticità, ha davvero lasciato il segno.
Un percorso che prosegue nel Rosso di Montefalco, ma che poi prende connotazioni differenti, come detto, nel Sagrantino, che si divide nella selezione ‘classica’ e in quella ‘Ma.Gia’, dedicata ai suoi figli Matteo e Giacomo.
Se la prima ha una maturazione di 24 mesi in barrique, la seconda arriva fino a 30 (in barrique nuove), prima di affinare per circa un anno in bottiglia. Questa seconda lavorazione ha ovviamente un approccio più deciso e variegato al palato e mostra potenzialità molto interessanti. Essendo pero’ un’edizione limitata, chissà se e come Paolo vorrà dare seguito a quest’avventura… di sicuro è l’inizio di nuove partenze e scatti in avanti da seguire.