Progetto Zei: viticoltura a impatto ambientale zero

Il 2023 verrà ricordato in Italia senza alcun dubbio come un’annata complessa: la viticoltura, indipendentemente dal regime scelto, si è trovata a dover affrontare malattie, eventi atmosferici molto aggressivi e problematiche collaterali che hanno fatto calare sensibilmente la produzione. 

L’attenzione verso i cambiamenti climatici e un rispetto sempre maggiore dell’ambiente diventano quindi nodi cruciali per l’uomo e per il suo ambiente di lavoro. Proprio per questo, quando mi sono imbattuta in Alessandro Leoni e i suoi studi, l’interesse è andato al di là del semplice apprezzamento per il lavoro fatto nelle diverse cantine che segue come enologo e nella sua a Viceno.

Come dicevamo nell’articolo dedicato a Feudi Spada, Alessandro si è laureato presso l’Università della Tuscia e proprio all’interno di questo ateneo, insieme al Prof. Marco Esti, porta oggi avanti quello che lui ha battezzato Progetto Zei, acronimo di ‘Zero Environmental Impact’ . Si tratta di una ricerca che mira ad un’interazione responsabile con l’ambiente, per un’agricoltura senza prodotti di sintesi, a impatto ambientale zero (appunto!) e che protegga anche la salute dell’operatore e del consumatore finale.

Una magia? Assolutamente no, anzi dietro c’è uno studio lungo e dedicato: i risultati dopo tre anni di sperimentazioni su oltre 70 ettari divisi tra Oltrepo’ Pavese, Toscana, Umbria, Campania, Piemonte e Puglia, sono decisamente incoraggianti, perché aprono la porta a nuove prospettive di sviluppo proprio grazie alla natura stessa.

PROGETTO ZEI: LO SVILUPPO

Il protocollo ZEI permette una riduzione e una riprogettazione dell’impiego di mezzi tecnici utili alla difesa della vite, nel controllo in particolare di peronospora, oidio e botrite. Grazie all’uso combinato e mirato di sostanze, che non abbiano effetti nocivi sulla salute umana (operatori e consumatori), animale e per l’ambiente (ad es. si supera l’utilizzo di rame e zolfo, previsti nel Biologico, che comunque sono dei contaminanti), si riesce a stimolare i naturali meccanismi di difesa nei confronti delle avversità biotiche.

L’utilizzo di corroboranti agisce a livello di superficie fogliare della vite stimolando la produzione di metaboliti secondari quali polifenoli e precursori aromatici nel pieno rispetto delle caratteristiche varietali  e del terroir. 

Le molecole attive ricercate in natura e presenti nei preparati utilizzati nel protocollo hanno una duplice azione sul patogeno: da una parte lo intossicano, impedendone la proliferazione e la riproduzione interferendo con le proteine di membrana e impedendo quindi il metabolismo primario del patogeno; dall’altra, indirettamente, la combinazione di peptidi e acidi idrossicinnamici stimola nella pianta una Resistenza Sistemica Acquisita, che la protegge ulteriormente da attacchi patogeni. La pianta viene stimolata a produrre maggiori quantità di fitoalessine e proteine di reazione associate al patogeno, acquisendo una resistenza di tipi sistemico che puo’ rimanere in memoria alla pianta anche per giorni.

PROGETTO ZEI: LE MOLECOLE

I corroboranti citati in precedenza, che sono il risultato degli studi fatti in questi anni e acquisiti dalla società Prime Evolution, sono prodotti esclusivamente di origine naturale, come derivati di alghe, oli essenziali, estratti di legno, idrolizzati proteici e di chitosano, che dosati e somministrati secondo protocolli dedicati per uve a bacca nera e bianca, esplicano un’azione di controllo diretto sui patogeni ma anche di stimolazione nella pianta di una resistenza di tipo sistemico più duratura.

Nel dettaglio permettono anche una maggiore capacità fotosintetica, una maggiore vigoria della pianta e un ispessimento della lamina fogliare con conseguente aumento della resistenza a danni meccanici e all’attacco di patogeni. Un interessante incremento dei composti fenolici attraverso l’attivazione dell’enzima PAL (Fenilanina Ammonio Liasi) che a sua volta catalizza una serie di reazioni metaboliche secondarie che conducono alla sintesi di tali composti fenolici, i quali permettono di ottenere vini di qualità, più equilibrati e con maggiore intensità cromatica, rotondità e volume.

PROGETTO ZEI: VANTAGGI E SPERANZE

Il cammino non è concluso, ma le analisi sono decisamente incoraggianti. Poter immaginare di portare avanti un’agricoltura attenta non solo all’ambiente ma anche all’uomo è fondamentale per i prossimi anni. 

Nell’ambito degli studi, le varietà resistenti da una parte e un approccio come quello del progetto ZEI dall’altra, devono aprire una riflessione importante per tutte le realtà vitivinicole, ma ancor di più per coloro che stanno investendo nell’enoturismo come risorsa, perché i trattamenti (anche nel biologico) rimangono decisamente invasivi. 

Complessivamente, per coloro che cercano una strada diversa e cercano di soddisfare sempre più un’esigenza di mercato e consapevolezza, c’è spazio per crescere e fare la differenza.

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