Ho avuto il piacere d’incrociare inconsapevolmente il cammino di Feudi Spada sull’isola di Ischia in un tardo pomeriggio di ottobre del 2021, quando le temperature ti permettono ancora d’apprezzare le terre del sud e si hanno le energie per andare in avanscoperta su territori tortuosi.
Quel giorno il mio obiettivo era quello di visitare l’azienda di Crateca, cantina che aveva attirato la mia attenzione essendo adagiata su un vecchio cratere oramai inattivo, idea affascinante e ottimo trait-d’union tra le mie passioni.
La bellezza del mondo del vino è quella infatti di poter mettere insieme diversi interessi e la geologia per me è senza dubbio uno di questi. Sui risultati della visita in azienda, tra l’inatteso e il decisamente interessante, ne ho scritto qui, ma alla fine una delle sorprese più gradite è stata quella di scoprire che l’enologo che seguiva la cantina era umbro e che la sua azienda si trovava nei pressi di Castel Viscardo, a pochi passi da Orvieto.
Come in una sorta di libro-game (opera narrativa che invece di essere letta linearmente dall’inizio alla fine, offre al lettore la possibilità di partecipare attivamente alla storia, decidendone le possibili alternative), mi sono ritrovata a percorrere storie parallele e il destino ha voluto che qualche settimana più tardi, in un locale poco distante da casa, trovassi in carta proprio i vini di Feudi Spada.
L’incontro con La Marchesa, assemblaggio di Grechetto (90%) e Riesling Renano (10% con fermentazione e affinamento in barriques) ha acceso ulteriormente l’interesse e, al di là del tempo di attesa, una visita in cantina era divenuta ormai d’obbligo.
FEUDI SPADA: LA CANTINA
Immersa nella natura, con un affaccio naturale su Orvieto, Feudi Spada è una cantina diffusa e proprio grazie a questo suo essere sul territorio incarna per me il concetto stesso di enoturismo. Potrebbe sembrare una presentazione adulatoria, ma analizzando i punti chiave del progetto, la riflessione potrà essere compresa nelle sue varie sfaccettature.
Siamo immersi nella natura, ma l’azienda non è un corpo unico e si snoda sul territorio come i frammenti della sua storia. Siamo di fronte ad un progetto di recupero familiare da una parte e storico dall’altra. C’è di mezzo l’impegno per la salvaguardia della natura e la sua integrazione con il lavoro dell’uomo. Infine la produzione artistica di queste zone viene esaltata come elemento di raccordo tra passato e presente. Sebbene sia un progetto nato solamente da qualche anno, Feudi Spada porta con sé il fascino secolare del suo territorio e gli elementi per disegnarne un futuro diverso
FEUDI SPADA: IL NOME
La storia ci racconta che, intorno al 1660, il principe Orazio Spada, di ritorno dai suoi viaggi studio in Francia e in Spagna, avesse recuperato marze di vite e di ulivo da studiare e innestare nel proprio feudo. Con gli anni ebbe modo di creare un vero e proprio laboratorio a cielo aperto con cultivar niche, un grande patrimonio ancora oggi conservato gelosamente a Viceno (frazione di Castel Viscardo) e da cui parte la storia ‘recente’ di Alessandro Leoni.
La definiamo recente perché Alessandro è nato in Piemonte e la vite era probabilmente nel suo destino, salvo poi decidere di tornare nelle terre dei nonni per completare gli studi (Università della Tuscia con cui tuttora collabora) e avviare negli anni successivi la propria azienda a Viceno. Castel Viscardo e la sua frazione sono profondamente legate alla storia degli Spada, marchesi che nelle proprie terre erano definiti principi, e da cui Alessandro ha tratto ispirazione per salvare la storia locale e modellare la propria azienda.
FEUDI SPADA OGGI
Feudi Spada è nata dall’idea e dalla passione di Alessandro Leoni e Maurizio Fea, anche se a guidarne lo sviluppo oggi c’è principalmente Alessandro, classe ‘86, ma con una lunga esperienza di lavoro in proprio e per gli altri. Ad oggi infatti, in qualità di enologo, Leoni segue ben 21 aziende tra Umbria, Toscana, Campania, Piemonte, Oltrepo’ Pavese e Puglia, senza dimenticare che oltre al vino, nella propria realtà, produce anche olio extravergine di oliva, coltivazione con cui ha avviato la sua attività.
Di seguito alcuni dati dell’azienda:
La cantina, come detto, si trova a Viceno e domina dall’alto la vallata circostante, in un susseguirsi di boschi, uliveti e vigneti. I terreni su cui Alessandro ha deciso d’impiatare le proprie vigne possono fregiarsi di una doppia origine: quelli che volgono verso Orvieto (tra i 370 e i 480 m.s.l.m.) sono ricchi di sedimenti marini ed hanno origine da argille pleistoceniche con intersezioni tufacee derivate dalle catena dei monti Vulsini.
Ex complesso vulcanico, la sua presenza si fa sempre più importante sulla strada che conduce verso Bolsena, anche se ovviamente la parte che interessa Feudi Spada è limitata al territorio umbro. Su questo versante ci sono terreni in cui basalti e altre rocce di origine vulcanica danno sostanza e tipicità a parte dei bianchi di casa.
Sangiovese, Alicante e quello che veniva anticamente chiamato il Chianti di Viceno (una Grenache oramai autoctona), sono coltivate sul versante orvietano insieme al Grechetto, mentre i Riesling, italico e renano, e lo Chardonnay crescono e trovano le loro sfumature sulla strada che porta verso il confine tra Umbria e Lazio.
In totale la produzione di Feudi Spada conta 8 etichette: un metodo classico da Riesling Italico e un metodo classico rosé da uve Sangiovese. Il rosato ‘Opera’, sempre da uve Sangiovese. ‘La Marchesa’, come detto da Grechetto e Riesling Renano e ‘Peppone’ assemblaggio di Grenache e Syrah. Per chiudere poi con i tre top di gamma: ‘Madonna’, Chardonnay in purezza, ‘Orazio’, Alicante al 100% e ‘Monte Alfina’: l’ultimo Chardonnay in purezza nato dalle sperimentazioni di Alessandro in edizione assolutamente limitata, con meno di 700 bottiglie.
FEUDI SPADA: IL VINO COME ARTE
Le etichette sono semplici nella loro complessità: di base c’è un’idea, quella di Marino Moretti che partendo dalla propria esperienza artistica è riuscito a plasmare la ricerca di Alessandro. Il suo laboratorio sembra un luogo magico e non a caso è all’interno di un castello, quello recuperato di Viceno, dove unisce pezzi di storie diverse per crearne arte.
Sembra essere un posto fuori dal tempo, ma proprio grazie a questo suo essere sospeso in una dimensione altra, Marino all’interno del castello modella opere dal sapore estemporaneo. Frammenti ben visibili nelle etichette della Madonna e di Orazio, i vini che rappresentano il cuore della produzione di Leoni e a cui ogni anno viene dedicata un’edizione speciale con richiami storici ben visibili.
Sono frammenti che potrebbero trasformarsi in una caccia al tesoro all’interno del paese o magari più semplicemente permettono al degustatore di andare oltre, con la curiosità della ricerca che solo il vino puo’ regalare. Io personalmente ne sono rimasta avvinta. Una visita, ora che anche la parte tecnica è stata completata, che vale veramente il viaggio.
Per coloro che oltre all’arte e alla storia sono interessati anche all’aspetto più tecnico del lavoro di Alessandro, propongo di proseguire il cammino addentrandoci nella sua ‘filosofia agricola’: Feudi Spada: il progetto Zei
CONTATTI:
FEUDI SPADA
Frazione Viceno, Vicolo della Costa
05014 Castel Viscardo (TR)