Vinitaly: la fiera è quella che ti crei tu

Analisi, previsioni, cadute di stile: prima e dopo il Vinitaly ho avuto l’opportunità di leggere diversi articoli. Piuttosto che una pura analisi dell’evento enoico, molti di questi pezzi offrivano interpretazioni impregnate di un allarmismo ingiustificato, nonostante il Vinitaly si mostri, da un punto di vista narrativo, estremamente vitale.

Partiamo da un’idea piuttosto filosofica: l’acqua di un fiume non scorre mai due volte nello stesso letto. Analogamente, un evento o qualsiasi altra esperienza nella nostra vita non manterrà mai le stesse identiche caratteristiche nel tempo. 

Tenendo fermo questo principio, dobbiamo riconoscere che anche noi siamo cambiati negli anni. Quando parlo di “noi”, mi riferisco a tutti gli attori coinvolti in una fiera: organizzatori, espositori, visitatori. Tutti noi ci adattiamo e evolviamo, rispondendo alle mutevoli dinamiche di un mondo che non si ferma mai. Con questa consapevolezza, esploriamo come il Vinitaly continua a reinventarsi e ad affascinare, rimanendo una pietra miliare nel panorama enologico mondiale.

Il vero problema, se intendiamo discutere degli aspetti meno positivi, non risiede tanto nell’organizzazione dell’evento, che si sforza di rimanere al passo con tempi sempre più frenetici e di offrire stimoli interessanti, quanto nella nostra incapacità di gestire il tempo nei padiglioni. Spesso ci ritroviamo a non rispettare gli appuntamenti presi, a generare aspettative irrealistiche, e a essere sopraffatti da ritmi che troviamo difficili da controllare, innescando così un effetto domino che impatta tutti i partecipanti.

Ci lasciamo attrarre dai grandi nomi, rischiando di trascurare numerose “piccole perle” nascoste che attendono solo di essere scoperte, con le loro storie uniche e i loro prodotti distintivi. Il Vinitaly non è un monolite; è piuttosto un mosaico di innumerevoli sfaccettature che sta a noi saper riconoscere e valorizzare. La fiera diventa ciò che noi decidiamo di farne, impreziosita da quegli incontri spontanei lungo percorsi non rigidamente definiti.

Vinitaly

Sono entrata in contatto con realtà interessanti, partecipato a Masterclass che mi hanno aiutato ad allargare gli orizzonti, nel complesso sono più che soddisfatta delle opportunità che mi sono state offerte in soli quattro giorni. Riavvolgendo però il nastro alla vigilia del Vinitaly, devo dire che avevo pianificato le cose in maniera totalmente diversa ed è questo l’insegnamento più importante che traggo da questa esperienza: come in vigna è necessario saper ascoltare ed adattarsi. 

Non solo Vinitaly…

Guardando poi da una prospettiva più ampia, il Vinitaly porta con sé tutta una serie di micro e macro eventi in giro per la città che non tolgono nulla all’evento principale, ma che lo arricchiscono involontariamente di happening informali, in dimensioni più intime, che senza l’appuntamento principale non avrebbero ragion d’essere.

Questa piccola analisi è per dire, che al di là delle fluttuazioni del mercato, che sono sempre più complesse tra problematiche ambientali, sensibilità alcoliche, etc, tutti coloro che operano nel mondo del vino devono fermarsi a riflettere su cosa loro vogliono essere capaci di trasmettere. 

Non ci si puo’ sempre e solo fermare alla superficie economica delle cose, soprattutto noi giornalisti che abbiamo il compito di andare oltre e fornire chiavi di lettura non standardizzate e tendenti solo alla polemica.

E le mie chiavi arriveranno nei prossimi giorni, tra interviste, incontri e degustazioni..

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