Alois Lageder: l’Alto Adige come una terra multiforme. L’essenza del lavoro artigianale

E nel tentativo di trovare risposte, la curiosità continua ad essere la nostra più grande fonte d’ispirazione

Potrebbe sembrare una frase banale, costruita ad arte per avvicinare il consumatore, invece nel momento in cui incrocio a Perugia Michael Pichler, area manager di Alois Lageder, quelle parole prendono vita, facendomi raggiungere con la mente i luoghi di Vineria Paradeis, l’Alto Adige e i vigneti dell’azienda.

In realtà siamo a Villa Spinola, l’evento ‘Torgiano Biologico’ ha portato nel cuore verde d’Italia diverse aziende del centro-nord, riunite nel nome della sostenibilità. Oggi, i cambiamenti climatici spingono i vignaioli a riscrivere le regole della viticoltura. Tecniche tradizionali, talvolta dimenticate, stanno ritrovando un ruolo centrale, rinnovate dall’apporto della scienza e da una consapevolezza moderna.

Alois Lageder: filosofia agricola

Ed è così anche per Alois Lageder che ci regala una serie di etichette ‘non convenzionali’, fresche ed avvolgenti, proprio per la loro unicità. Trentatré vitigni, trenta etichette, 102 dipendenti, una sola filosofia: la biodinamica.

Sembra quasi assurdo, ma negli ultimi mesi, e negli ultimi articoli, la tematica torna in maniera sempre più frequente e non per scelta, ma per destino. Come detto c’è bisogno di preservare i terreni, dare un futuro alla viticoltura, ma se per molti è una riscoperta, in queste zone dell’Alto Adige è più corretto parlare di eredità. 

Eredità austriaca per l’esattezza, come sottolinea Michael, e questo legato è stato tramandato di generazione in generazione fino ai giorni nostri, con una presa di coscienza più concreta e un’impostazione di lavoro precisa a partire dagli anni ‘90. 

Dal 2004 tutti i vigneti interni dell’azienda vengono coltivati con metodo biodinamico (55 ettari) e 20 anni più tardi anche gli 85 ettari dei 60 partner agricoli seguono principi di sostenibilità e rigenerazione, tra biologico e biodinamico.

Alois Lageder: vitigni e linee di produzione

Blatterle, Bronner, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Fraueler, Gewürztraminer, Goldmuskateller, Kerner, Lagrein, Manzoni Bianco, Müller Thurgau, Merlot, Petit Manseng, Petit Verdot, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero, Regent, Riesling, Sauvignon Blanc, Souvignier Gris, Sylvaner, Syrah, Tannat, Veltliner, Vernatsch (Schiava), Versoalen, Viognier, Zweigelt

Queste sono le varietà presenti in azienda, che si traducono poi in tre linee: Vitigni Classici, Composizioni e Cru. A queste si aggiungono poi  altre due linee speciali: Comete, vini che nascono dalle sperimentazioni in vigna e in cantina, che cambiano di annata in annata; e la Rarum che si concentra invece sulle annate mature, proponendo vini affinati a lungo.

Mus XXIII – Pet Nat

In questa occasione la linea di degustazione prevedeva: 

MUS – Linea Comete
Un Pét-Nat che sorprende per la sua freschezza. Le note di agrumi e fiori bianchi si intrecciano con una leggera vena speziata, probabilmente eredità del Tannat. Al palato è verticale e vibrante, con un tocco scuro nel finale che regala profondità e persistenza.

Surmont – Riesling
Un Riesling che sa distinguersi: al naso, oltre l’atteso idrocarburo, si aprono sentori di pesca bianca, lime e pietra focaia. Al palato è sapido e teso, con una freschezza che lo rende particolarmente agile e piacevole da bere, mai ridondante.

Am Sand – Gewürztraminer
Un Gewürztraminer che abbandona gli eccessi per rivelare la sua anima più elegante. Profumi delicati di litchi e spezie dolci si fondono con una freschezza insospettabile, mentre il sorso è minerale e salino, con una struttura raffinata che invita al prossimo assaggio.

Lindenburg – Lagrein
Un Lagrein che sfida le convenzioni: al naso si presenta con note di more selvatiche, liquirizia e una leggera sfumatura di cuoio. In bocca è corposo, ma bilanciato da una vivace freschezza e una trama tannica elegante, che ne amplifica la longevità e il carattere.

Rarum, Krafuss – Pinot Nero
Un viaggio nel tempo con due annate a confronto. La 2022 affascina per la sua immediatezza: fresco, vibrante e già armonico. La 2007, invece, è pura emozione: complesso, avvolgente e con un’eleganza che solo il tempo sa regalare. Il progetto Rarum si rivela una celebrazione della pazienza e del valore dell’attesa.

“Non abbiamo la pretesa di reinventare la ruota: cerchiamo semplicemente di perfezionare la corsa. E a volte togliamo le mani dal manubrio per provare quella sensazione di ebbrezza che ci aiuta a spingerci oltre”.

E noi questa sensazione di ebbrezza l’abbiamo provata, semplice ma ben percepibile. E la voglia di scoprire davvero quelle vette è sempre più presente, anche perché il viaggio nella sostenibilità non è finito e ci sono altri capitoli da scoprire da scrivere in futuro.

Surmont – Riesling

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