Terre di Toscana: anteprime, certezze e belle scoperte. Parte 1

Terre di Toscana è un appuntamento trasversale, perché unisce i grandi classici della tradizione toscana a produttori di nicchia, con etichette molto interessanti.

Il panorama è vasto, tanto che due giorni non sarebbero comunque stati sufficienti per avere una visione completa. Per questo, giocando d’anticipo, avevo segnato su carta alcuni produttori da non perdere, con uno schema ben preciso.

Nomi che avevo già incrociato in degustazioni informali, storie interessanti su carta che si sono confermate nel calice, e alcuni grandi classici, perché l’aggiornamento è fondamentale.

Alla fine della giornata, il tempo ha imposto qualche rinuncia, e alcune cantine in lista sono rimaste fuori. Ma l’evento nel complesso mi ha regalato spunti e storie da approfondire.

TERRE DI TOSCANA: TENUTA LENZINI IL LATO POP

Capannori LU

Complice il podcast Abbinamenti Improbabili,spalla dinamica di questo blog, realizzato in compagnia di Christian Palazzi – la prima tappa è stata dedicata a Tenuta Lenzini. Situata a Capannori, in provincia di Lucca, l’azienda segue i principi della biodinamica nei suoi 13 ettari, dove troviamo Merlot, Syrah, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon in testa, seguiti da Alicante, Vermentino e Sauvignon.

Nella prima puntata del podcast ci eravamo concentrati su B-Side, che purtroppo quest’anno non vedrà la luce per scelte produttive legate alla qualità. Un’assenza che ovviamente dispiace, ma che speriamo sia solo un breve arrivederci.

Dovendo selezionare tra gli assaggi, mi sono concentrata sul Buscé, 100% Alicante Bouschet, e sul Lenzini Franco, Cabernet Franc in purezza. Il primo, seppure appena imbottigliato, promette bene: frutto morbido, piacevole, con un naso intenso ma non invadente. Qualche grado in meno, anche d’estate, e si presenta come un perfetto compagno di merende.

Con il Cabernet Franc le note si fanno più scure. C’è austerità, ma non freddezza. I tannini (annata 2021) sono presenti ma levigati. Da abbinare a tavola o da meditazione a fine pasto.

Terre di Toscana - Tenuta Lenzini

TENUTA MONTAUTO: BIANCHI DI MAREMMA E UN CILIEGIOLO CHE NON DELUDE

Manciano GR

Quando si parla di Ciliegiolo, una fermata è d’obbligo: un vitigno che, nella sua apparente semplicità, ha sempre esercitato su di me un fascino speciale. In questo caso siamo in Maremma, a Tenuta Montauto, terra che spesso regala espressioni sempre più interessanti.

Se nell’immaginario collettivo i rossi la fanno da padroni, la realtà ci regala anche bianchi snelli ma intensi, grazie ai terreni ricchi di quarzi.

Oltre quindi al Silio, il Ciliegiolo che aveva attratto l’occhio, il palato ha trovato note familiari nelle due espressioni di Sauvignon Blanc provenienti da vigne differenti:

  • Gessaia, da piante di 25 anni, con una bella acidità e mineralità;
  • Enos I, da viti di oltre 60 anni, più strutturato e intenso.

Metodo biologico e attenzione particolare alla gestione delle temperature durante l’arrivo in cantina, per mantenere quell’espressività che sale subito dal bicchiere.

Terre di Toscana - Tenute Montauto

AZIENDA AGRICOLA TOSCANI: TRA ARTE E VIGNA, IDENTITA’ E VISIONE FAMILIARE

Casale Marittimo PI

Iniziamo dalla fine, ovvero da un progetto speciale che Rocco ha dedicato al padre, Oliviero Toscani: un assemblaggio di Syrah e Cabernet Franc, a tratti cupo ma intenso, con sprazzi di luce che passano attraverso.

Saranno anche i dieci anni alle spalle dell’etichetta in degustazione (2015), ma la complessità è evidente: un calice da serate invernali, davanti al caminetto, che sa raccontare storie senza proferire parola. Un cru da terreni ferrosi che si sedimenta nella memoria.

Vieni via con me, Cabernet Franc in purezza, è morbido e intenso, proprio come la frase che lo tiene a battesimo. Se Rocco (Toscani, ndr) ama i cavalli – e spesso i Franc possono risultare spigolosi e imbizzarriti – in questo caso riesce a domare il vitigno, rendendo la beva estremamente piacevole.

Terre di Toscana - Agicola Toscani

CAIAROSSA: 59 PARCELLE, 10 VARIETA’ E UN BIANCO CHE NON SI DIMENTICA

Riparbella PI

Azienda biodinamica sulle colline di Pisa, Caiarossa lavora oltre 10 varietà su 59 parcelle diverse. Una linea che colpisce per coerenza e carattere.

Il mio coup de cœur?

Un bianco che rapisce, grazie a un’evoluzione costante nel calice e a sentori che escono con eleganza, senza sovrapporsi. Un assemblaggio di Viognier, Chardonnay e Vermentino, intenso e vibrante anche grazie alla gestione delle fermentazioni:

  • il Viognier fermenta e affina in cemento,
  • lo Chardonnay in botti di legno,
  • il Vermentino, aggiunto di recente, evolve in anfora.

Componenti aromatiche gestite con eleganza; sapidità e acidità danno corpo al vino senza essere mai invadenti.

Un’etichetta con grande potenziale d’invecchiamento: con il tempo si tridimensionalizza, perde un po’ di verticalità giovanile ma guadagna in rotondità. Il Viognier si fa sentire con più insistenza, e in prospettiva possono emergere terziari interessanti, come lo zafferano, pur mantenendo una costante nota agrumata e fruttata, quest’ultima si fa via via più tendente al disidratato con il passare del tempo.

Terre di Toscana - Caiarossa

To be continued…

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