Un rosato avvolgente in una sera d’estate, un viaggio immaginario passando da un catamarano ad una vela storica, dalla Basilicata alle Marche, via Verona per il Vinitaly.
L’incontro con la cantina Fontezoppa è stato nel segno del mare, evocato dai suoi simboli e i suoi sentori, dai luoghi alle etichette, fino al calice.
A fare da trait d’union, appunto, un rosato dall’eco francese: ‘A Pois’, che da quella serata a Maratea ho incontrato nuovamente nei viali della fiera, e che mi ha ‘obbligata’ ad una piacevole ed imprevista fermata.
Grazie a quel calice infatti ho scoperto una cantina impegnata nella valorizzazione degli autoctoni, come la Ribona delle Marche (nota anche come Maceratino), che ha catturato immediatamente la mia attenzione e le cui potenzialità sono esaltate e cullate dalla vicinanza del mare
Fontezoppa e la Ribona
Il significato del termine “Ribona”, autoctono le cui tracce ampelografiche risalgono al 1800, è legato all’epoca della mezzadria nelle campagne marchigiane: in quel periodo, il vino era considerato un alimento di fondamentale importanza, da preservare nel tempo.
Senza le tecnologie moderne, i contadini utilizzavano ingegnose tecniche per prolungarne la vita: selezionavano i migliori grappoli d’uva in vigna e, dopo un periodo di appassimento in cantina, aggiungevano i chicchi sgranati ai mosti. Questa pratica, grazie agli zuccheri presenti naturalmente nell’uva, riattivava la fermentazione, conferendo maggiore longevità al vino.
In questo modo, la tecnica adottata permetteva di ottenere un vino che poteva essere conservato e per questo motivo venne battezzato Ribona ovvero ‘buono due volte’.
Oggi a colpire è la versatilità di questo vitigno: dalla versione spumantizzata a quella passita, passando per quelle più classiche, le sue note si esaltano a seconda delle metodologie di produzione.
Ribona: Altabella e le sue sorelle
Il mio percorso di degustazione è iniziato con l’etichetta ‘Altabella’ e la sua lancetta (imbarcazione tipica a vela) a farne da ambasciatrice sull’etichetta. Chiudendo gli occhi, il mare e la sapidità del calice mi hanno subito trasportato a riva.
Vinificazione in acciaio e affinamento in bottiglia: un esempio di Ribona ‘semplice’ e complesso allo stesso tempo perché proprio grazie alle caratteristiche del vitigno ci troviamo di fronte ad un vino con un’impronta olfattiva complessa tra sentori di agrume, fiori gialli, anice e una spiccata mineralità.
Un ritratto che vuole essere un omaggio proprio alla figura di Altabella, simbolo della storia recente di Civitanova Marche e donna esempio di un mondo passato e combattente, ma a suo modo ancora presente.
Restando sulle note del mare ecco Iodio, una Ribona macerata la cui descrizione fatta dalla cantina è estremamente calzante: è la tenacia dell’uva in bilico tra il cielo e la terra, che resiste alla forza della natura e scopre il sapore delle onde.
Una poesia che dalla teoria passa alla pratica nel calice, dove il naso avvolge la mente grazie ai 6 mesi di macerazione delle bucce in acciaio, altri 6 mesi di solo acciaio e un ulteriore affinamento di 1 anno in anfora prima di passare in bottiglia. Qui le note e la struttura si rafforzano, frutta matura quasi candita, ma l’acidità e la freschezza rimangono intatte e creano un bell’equilibrio da assaporare sorso dopo sorso.
In questo connubio tra mare e terra, la Ribona fa un ulteriore passo in avanti con Asola, etichetta che porta il Maceratino a fare tutta fermentazione e affinamento in legno, per 18 mesi, ed ulteriori 6 mesi di affinamento in bottiglia. Ne viene fuori un prodotto che porta con sé sentori di frutta matura, buccia di agrumi, pesca e fiori gialli, uniti a una profonda nota minerale e a un delicato tocco vanigliato. Elementi che lo hanno portato a ricevere diversi riconoscimenti negli ultimi anni, tra cui i cinque grappoli di Bibenda.
Fontezoppa: tra Civitanova e i Monti Azzurri
Equilibrio ed armonia in un’esplorazione continua che Fontezoppa sa declinare in maniera non banale in tutta la sua produzione, grazie anche alla presenza di Andrea Pala, giovane enologo sardo, ma di lunga esperienza che sa bene come far convivere armoniosamente le note delle uve a bacca bianca e il mare (e non solo, ovviamente).
Con ventiquattro etichette, due gin e cinquanta ettari a disposizione, la storia di Fontezoppa è ancora ricca di aneddoti tutti da scoprire e raccontare, anche perché tra le sue produzioni c’è anche una tra le più piccole denominazioni d’Italia ovvero quella della Vernaccia di Serrapetrona, a cui è dedicata una cantina speciale tra i monti del marchigiano e che punta con i suoi scoscesi pendii a un posto speciale nella viticoltura eroica.
Una storia affascinante che merita un capitolo a parte.
IN BREVE
Azienda: Fontezoppa
Nascita: 1999
Produzione annua: 400mila bottiglie
Terreni: 50 ettari tra Civitanova Marche e Serrapetrona
Vitigni: Sangiovese, Merlot, Cabernet, Maceratino (Ribona), Incrocio Bruni, Pecorino, Passerina, Vernaccia di Serrapetrona
Etichette: 24 con 6 bollicine, 9 bianchi, 7 rossi, 1 rosato e 1 passito.
Contatti: C.da San Domenico 38
62012 Civitanova Marche (MC)
Tel. +39 0733 790504
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